venerdì 1 giugno 2012

Zagor gigante 2, L'uomo che sconfisse la morte, maggio 2012


Zagor albo gigante 2, L'uomo che sconfisse la morte


Finalmente esce il tanto atteso Zagorone 2, pubblicazione che col suo formato gigante diventa la mia preferita visto che l’esperienza di lettura è davvero grandiosa!
dopo il boom di vendite dello scorso anno con IL CASTELLO NEL CIELO, ecco dunque L’UOMO CHE SCONFISSE LA MORTE, storia intricata ed appassionante, in cui niente è come sembra, e dalla quale è difficile non lasciarsi prendere e commuoversi per gli eventi narrati, toccanti e inaspettati.


STORIA :
La girandola di emozioni, comincia presto, prestissimo, a pagina 2 della storia, (la sesta come numerazione) con un incredibile ritorno, quello di Red Warrior, che i lettori di vecchia data della saga certamente ricorderanno,  per avere dato del filo da torcere allo Spirito con la scure in una storia dell’indimenticato (e indimenticabile) Guido Nolitta, ma che alla fine era stato ucciso, nel drammatico scontro finale, da Zagor.
Il  suo ritorno, spavaldo e temerario, quindi,  è un elemento che incuriosisce, disorienta e sconcerta tutti i Sakem presenti  alla radura (oltre allo stesso lettore, ovviamente) dichiarando : 

anche se le mani di Zagor mi hanno ucciso, non sono riuscito a fermarmi, sono tornato dal regno delle ombre,  è stato il grande spirito a farmi tornare affinché uccida Zagor e guidi alla rivolta i guerrieri di Darkwood alla rivolta contro i bianchi invasori”

Zagor è scomparso da tanto tempo, nemmeno Cico sa dove sia finito, ma ad un certo punto altro colpo di scena: lo Spirito con la scure appare, alla sua maniera, con effetti speciali, tra lo stupore generale.
Red Warrior spinge per la sfida, Zagor cerca di evitarlo, ma alla fine la furia e l’irruenza del guerriero rosso lo costringono al duello, dove però, si vede bene, lo Spirito con la scure è in difficoltà da subito, qualcosa non va, i riflessi non sono i soliti e infatti dopo poco, in una drammatica sequenza di immagini, una mazza chiodata si conficca pesantemente nel fianco di Zagor che stramazza al suolo, tra gli sguardi sbalorditi e sbigottiti degli spettatori che diventeranno di assoluta incredulità quando Red Warrior pianterà definitivamente la mazza chiodata nel petto dello Spirito con la scure, in una delle scene più sconvolgenti e toccanti degli ultimi anni : Zagor a terra esanime, ucciso da un fanatico che torna dal regno dei morti…

La storia prende così, una piega davvero terribile ed inaspettata, e siamo solo agli inizi!
Commovente le reazione di Cico, inconsolabile e disperato, che spera fino alla fine di vedere Zagor rialzarsi dalla pira che prende fuoco e che afferma, sconsolato tra lacrime:

“addio, amico mio… sono morto anche io con te

Credo che la disperazione del panciuto messicano, assieme allo stato d’animo di Tonka, in lacrime silenziose e amare, e  al dolore di Winter Snake, e alla rassegnazione composta di Molti Occhi,  fanno della sequenza in cui il corpo di Zagor viene bruciato, uno scorcio solenne dell’intera saga.
La storia riprende, ricucendo frammenti del passato al presente, per capire cosa è successo veramente in tutta questa misteriosa vicenda, e qui ancora colpi di scena ed emozioni : ritorna sulle scena un vecchio personaggio mai dimenticato dai lettori, quell’ Olaf Botegosky, che stavolta , dopo essere stato uno dei più biechi e malvagi nemici di Zagor, al quale si sostituiva in virtù di una somiglianza incredibile per compiere atti criminosi e far ricadere la colpa, proprio sullo Spirito con la scure,  troviamo in grande difficoltà, braccato, ma cambiato in modo decisivo, dopo aver saputo della vera storia della sua famiglia, costretta a fuggire dalla Polonia,  e poi trucidata, perché contro il regime russo.
Il cambiamento di Botegosky, è l’ennesimo colpo di scena di questa intricata vicenda, e per me è congruo,  anche una persona disonesta può redimersi, dopo anni di dura prigione e dopo aver scoperto le proprie drammatiche origini, si può cambiare, si può prendere coscienza di sè, è questo il messaggio che recepisco, per questo non lo trovo assurdo o artificioso, e per quanto mi riguarda, non sminuisce affatto il personaggio di Olaf Botegosky, ma anzi lo congeda dai lettori nel modo più inaspettato e allo stesso tempo, indelebile : ho provato un grande dispiacere e commozione per la sua fine, davvero, e non me lo sarei mai aspettato.
La solita generosità e l’altruismo estremo, che fanno di Zagor un eroe fuori dal comune, sono il perno di tutta la vicenda : accettando di sacrificarsi, facendosi beccare dai russi che lo scambiano per Botegosky, e andando incontro ad un destino assolutamente incerto, infatti,  lo Spirito con la scure permette al suo sosia di salvare tantissime vite innocenti di patrioti polacchi avvisandoli dell’imminente pericolo…
Ecco la grandezza di Zagor! La sua generosità, la sua umanità, la sua estrema lealtà e onestà, il senso assoluto di ciò che è giusto lo rendono unico e commovente in ogni gesto, l’ho scritto sempre e lo scriverò ancora, perché in un mondo cattivo come il nostro, questi gesti, questo modo di agire  ti emoziona e coinvolge, ti fa pensare, perché rappresenta l’idea dell’essere puro a cui tutti dovremmo aspirare.
Zagor riesce a scappare in modo rocambolesco dalle grinfie di Zalacenko (davvero molto belle le scene della biblioteca in fiamme) ma ancora non è finita.
Su Darkwood incombe la minaccia di Red Warrior, che nel frattempo ha fatto proseliti, deciso ad attuare il suo folle piano nei confronti dei bianchi…c’è la rivincita, o meglio lo scontro finale, e si capisce subito che stavolta è tutta un’altra cosa!
Red Warrior stavolta viene umiliato più volte da Zagor, che lo lascia in vita, con un estremo ultimo atto di generosità, ma con il pesante fardello relativo al suo inganno da sopportare, visto che scopriamo che anche in questo caso, non si tratta del vero, Red Warrior, morto come sapevamo, ma di suo fratello che gli somiglia tantissimo e che, in tutti questi anni ha covato un enorme desiderio di vendetta nei confronti del Re di Darkwood.
Bellissima e commovente infine, anche la dedica finale a Guido Nolitta, credo che la storia gli sarebbe piaciuta moltissimo : gli autori non potevano omaggiarlo meglio!
Tutta una questione di sosia, dunque, ma non solo, perché questa è una storia che non dimenticheremo presto, ne sono certissimo.
E alla domanda se si può sconfiggere la morte rispondo : si, a patto di avere un ottimo sosia sostitutivo, ovviamente. 

DISEGNI :
Dopo la bellissima prestazione grafica di Torricelli dello scorso anno, anche quest’anno lo Zagorone vede ai pennelli un artista molto amato dai lettori, quel Marco Verni che ci riporta alle atmosfere classiche e ideali di uno Zagor che è quello che deve essere, in modo semplice, quasi elementare ma non per nulla banale.
Verni è migliorato tantissimo rispetto alle sue prime prove, bisogna dargliene atto, i suoi disegni adesso hanno tutte quelle caratteristiche particolari che in precedenza non avevano, sono molto più curati i dettagli e gli sfondi, le scene di movimento rendono bene la sensazione cinetica e di azione, le espressioni dei volti sono letteralmente perfette, danno l’idea anche senza balloon di quello che sta accadendo, e di ciò che il personaggio dice (o dirà), e questo, penso, sia il complimento più bello che possa fare ad un disegnatore che si è fatto in casa, che ha lavorato con grande umiltà e tenacia, e che oggi è, per me, tra i più bravi dello staff attuale nonché di tutta l’intera saga.
Reputo questo il migliore lavoro fatto in assoluto da Verni su Zagor, e anche se in certe vignette ho visto piccole o medie sproporzioni, la qualità complessiva è altissima, visto che attraverso le sue splendide tavole e complice il formato della pubblicazione, le emozioni di una ottima storia si sono amplificate oltre quello che ci si potesse aspettare!

Soggetto e sceneggiatura: Moreno Burattini voto 9
Disegni: Marco Verni voto 9
Copertina: Gallieno Ferri voto 7,5

3 commenti:

  1. Un'analisi centrata e significativa.

    Giampiero B.

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  2. Bella davvero! Hai fatto bene a sottolineare la commovente figura di Cico affranto per la perdita dell'amico. Bravo!

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